F.A.Q.
Qui trovi le risposte alle domande più frequenti divise per argomento. Si precisa che non si tratta di un servizio di consulenza legale. In questo spazio si danno risposte a quesiti di mero interesse generale
— Le richieste di consulenze inviate allo studio sono gratuite?
Pur se la semplice richiesta non comporta di per sé alcun obbligo a carico dell'utente, le risposte ai quesiti giuridici non sono gratuite.
LOCAZIONE & CONDOMINIO
—Con la riforma del condominio che rilievo ha la morosità?
Nell’ambito di una contabilità trasparente, da mettere a disposizione dei condomini, viene meno la privacy, nei confronti dei condomini morosi. Dopo la svolta giurisprudenziale del 2008 sulla non solidarietà tra condomini per il pagamento al terzo delle obbligazioni assunte dall’amministratore, è intervenuta la riforma dell’art 63 disp. att. (novellato con l’art. 18 riforma) che impone all’amministratore di render noto e comunicare, su richiesta dei creditori non ancora soddisfatti, “i dati dei condomini morosi”. Ed «i creditori non possono agire nei confronti degli obbligati in regola con i pagamenti se dopo l’escussione degli altri condomini».
— In che modo si può convocare l’assemblea?
Tra le modifiche intervenute va segnalata la modalità con cui può essere fatto pervenire l’avviso di convocazione, sia a mezzo raccomandata, o posta elettronica certificata, o fax o consegna a mano. In mancanza, la delibera condominiale è annullabile su istanza dei soci dissenzienti o assenti perché non ritualmente convocati (nuovo art. 66 disp. att. c.c.).
FAMIGLIA & MINORI
— Che fare se il genitore affidatario impedisce all’altro genitore di vedere i figli?
Il rifiuto immotivato, di fatto opposto dal genitore affidatario alla richiesta dell'altro genitore di esercitare il diritto di visita del figlio, è illegittimo giacché concreta l'elusione di un provvedimento. L'articolo 388 del codice penale, infatti, disciplina l'ipotesi della mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, disponendo che chiunque eluda l'esecuzione di un provvedimento del giudice civile che concerne l'affidamento di minori è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a tre anni o con la multa da euro 103 a euro 1.032. Quando il genitore affidatario pone in essere una condotta pregiudizievole all'interesse della prole, quale è quella di colui che, ostacolando le relazioni del minore con l'altro genitore, impedisce la libera esplicazione della personalità figlio, il Tribunale per i minorenni può adottare poi tutte quelle “misure di protezione” previste dagli articoli 330 e 333 del codice civile e, nei casi più gravi, può perfino pronunciare la decadenza dalla potestà del genitore affidatario (art. 330 c.c.).
— Nella successione che diritti ha il coniuge separato?
Al coniuge separato spettano gli stessi diritti successori spettanti al coniuge non separato a meno che la separazione sia stata giudiziale con addebito. In caso di separazione senza addebito, come ad esempio nel caso di separazione consensuale, i diritti successori dei coniugi rimangono inalterati anche per quanto riguarda il diritto alla legittima. I diritti successori cessano solo con il divorzio.
—Eredità & Testamento: come devolvere il proprio patrimonio?
È fondamentale per chiunque intenda devolvere i propri beni, disporre consapevolmente del proprio patrimonio secondo le regole previste dalla legge. Il nostro ordinamento stabilisce che una quota di eredità, la legittima, spetta di diritto ai parenti più stretti e di essa bisogna tener conto anche nel redigere il proprio testamento. Così come per chi è “chiamato all’eredità” è importante conoscerne la consistenza in termini di diritti e di oneri anche di carattere fiscale. Di qui la necessità di essere informati e di valutare le modalità con cui accettarla.
— Può il genitore, sul quale grava l'onere di versare l'assegno di mantenimento al genitore affidatario per il figlio divenuto maggiorenne ma non ancora economicamente autosufficiente, decidere autonomamente di versare tale assegno direttamente al figlio oppure, nonostante la sopraggiunta maggiore età, il genitore affidatario rimane il creditore del contributo economico per il mantenimento del figlio?
La risposta è negativa. Sebbene, infatti, sia indubbio che il novellato art. 337-septies c.c. riconosca il diritto del figlio maggiorenne a percepire direttamente il contributo al suo mantenimento, la decisione di versare il relativo contributo al figlio in luogo del versamento a mani del genitore convivente stabilito giudizialmente, deve passare attraverso il necessario giudizio di revisione. Solo in presenza di una specifica domanda del figlio l'assegno potrà essergli versato direttamente (in tutto ma anche solo in parte): in assenza di tale espressa richiesta, il legittimato passivo alla percezione dell'importo resterà di genitore convivente con il maggiorenne, escludendo la possibilità che il genitore obbligato al mantenimento possa automaticamente, al compimento del diciottesimo anno di età del figlio, iniziare a versare l'assegno direttamente allo stesso. D'altro canto, il figlio maggiorenne può, ove lo desideri, chiedere al Giudice di disporre il versamento diretto a sé del proprio mantenimento.
— Il genitore che impedisce all'ex coniuge di frequentare il figlio è obbligata a risarcire sia il minore che il consorte?
In applicazione dell'articolo 709 ter del codice di procedura civile, introdotto dalla legge 54/2006 sull'affidamento condiviso, Il genitore che non rispetta i provvedimenti del giudice può essere sanzionato e condannato a corrispondere, a titolo di risarcimento danni, una somma a favore del figlio e dell'altro genitore, oltre che condannato a una pena pecuniaria a favore dello Stato.
— Divorzio: l'assegno una tantum costituisce o no reddito per il beneficiario?
L'assegno corrisposto una tantum all'ex coniuge, anche se versato a rate, non è deducibile dal reddito complessivo del contribuente. La possibilità di rateizzare il pagamento rappresenta soltanto una differente modalità di liquidazione dell'importo pattuito tra le parti e mantiene comunque la caratteristica di risoluzione definitiva di ogni rapporto tra i due coniugi. Non è pertanto assimilabile alla corresponsione periodica dell'assegno che, rivedibile nel tempo, è invece deducibile dal reddito complessivo. Ciò anche alla luce della risoluzione dell'agenzia delle Entrate n. 153/E dell'11 giugno 2009.
DIRITTO COMMERCIALE
— Quando è possibile dedurre fiscalmente i crediti delle imprese?
Secondo la nuova disciplina prevista dal Dl 83/2012 c.d. “Decreto Sviluppo”, in alcune ipotesi ivi indicate, la perdita sul credito può essere automaticamente dedotta dalle imposte, senza che sia necessario svolgere alcuna attività di recupero (come nel caso in cui il debitore sia assoggettato a procedure concorsuali). Si tratta dei seguenti casi: a) crediti d’importo inferiore a €. 2.500,00, scaduti da oltre 6 mesi; b) per le imprese di grandi dimensioni così come identificate dai parametri di cui all’art. 27 c. 10 DL 185/2008, per crediti di importo inferiore a €. 5.000,00, scaduti da oltre 6 mesi; c) crediti prescritti, di qualunque importo (ad esempio perché sono trascorsi oltre 10 anni, senza che nel frattempo il debitore sia stato messo in mora).
— E' possibile raccogliere informazioni, anche pertinenti proprietà immobiliari, accedendo ai dati esistenti nei pubblici registri?
I dati riguardanti la proprietà immobiliare, detenuti dai competenti uffici dell’Agenzia del territorio (in particolare quelli trattati alle ex-conservatorie dei registri immobiliari), sono accessibili a chiunque ed utilizzabili anche senza il consenso dell’interessato.
— Cloud computing - Nel caso in cui si accerti una violazione o la perdita dei dati, il fornitore garantisce un pronto risarcimento del danno?
Le attuali incertezze normative possono rendere difficile e oneroso riuscire a ottenere un adeguato risarcimento per i danni subiti in seguito a violazioni, a perdita di dati, a interruzione anche temporanea del servizio cloud. La presenza di un’assicurazione o di procedure semplificate per la risoluzione di controversie, anche internazionali, può sicuramente essere un valore aggiunto per utenti di piccole dimensioni.
— Quando si può dire concluso un contratto on line?
Secondo quanto disposto dagli articoli 1326 e 1335 c.c. “il contratto si considera concluso quando l’accettazione perviene all’indirizzo del proponente”.